lunedì 18 maggio 2015

Pompeo Calabretto: un cegliese nella battaglia di Bardia del 3 gennaio 1941

 
(Pompeo Calabretto, foto collezione famiglia Calabretto)




La storia di Pompeo Calabretto è la vicenda di un uomo comune che ha sacrificato la propria vita per l'ideale della Patria. La vicenda di questo soldato l'ho ricostruita attraverso i ricordi della figlia Rosa, la cui vita è stata segnata profondamente dalla storia tragica del padre. Lei non l'ha mai conosciuto. Pompeo partì l'8 settembre del 1939. Rosa, nata il 9 maggio dello stesso anno, aveva quindi soltanto quattro mesi. Tutto quello che sa del padre lo ha appreso dai ricordi della madre.
 
 
 
(La famiglia Calabretto, da sinistra Pompeo Calabretto la moglie Anna con la piccola Rosa. La foto è dell'estate del 1939. foto collezione famiglia Calabretto)



Pompeo Calabretto nacque a Ceglie Messapica il 25 febbraio 1913. Artigliere del 30° raggruppamento G. A. F 1° gruppo - 3° batteria, Pompeo muore nella battaglia di Bardia (Libia orientale) il 3 gennaio 1941 (La battaglia di Bardia segnò una svolta decisiva nelle operazioni militari condotte in Africa settentrionale dall'esercito inglese contro le truppe italiane). Fu seppellito nel cimitero di Ponticelli - Bardia e successivamente i suoi resti furono trasferiti presso il Sacrario dei Caduti d'Oltremare di Bari.
Pompeo era un uomo semplice e cordiale. La figlia Rosa rammentava alcuni frammenti delle lettere (andate perdute) che Pompeo inviava alla famiglia. In una lettera scrisse alla moglie: "Se torno staremo bene. Se non torno pane mio mangerai ".
Nelle lettere Pompeo descrive anche i tragici episodi che si verificavano sul campo di battaglia. Racconta le scene tragiche e crude dei soldati che morivano sotto i bombardamenti.
Durante gli attacchi delle truppe inglesi i soldati italiani erano costretti a nascondersi dietro a dei piccoli muretti costruiti con delle pietre e con qualche sacchetto di sabbia (nei momenti liberi dall'attacco nemico, i soldati italiani costruivano dei piccoli muretti utilizzati come strutture difensive).
In una lettera Pompeo descrive anche le situazioni di grave pericolo quando, minacciati dal nemico erano costretti a nascondersi. In un'altra lettera scrive: "Ci facciamo piccoli come un'oliva".
Nonostante questo, però, il pensiero di Pompeo era sempre rivolto alla famiglia e in modo particolare alla figlia Rosa. Nelle lettere Pompeo cercava sempre di rassicurare la moglie. In una lettera scrive: "Non preoccuparti e non prestare attenzione alla brutte notizie che arrivano dal fronte".
 
 
 (Pompeo Calabretto, foto collezione famiglia Calabretto)
 
 
Ad un certo punto, però, la corrispondenza con la famiglia si interrompe. La moglie, non avendo più notizie del marito, iniziò a chiedere con insistenza al postino se ci fosse qualche lettera del marito.
Un giorno il postino Raffaele (soprannominato "Pagghiariedd") disse ad Anna: "Tuo marito è morto! Alla risposta del postino Anna svenne.
Il telegramma che comunicava la morte di Pompeo giunse alla famiglia nel 1945.
 
 
 
Invito i lettori del blog a raccontare episodi di guerra o storie simili che hanno visto protagonista un loro famigliare. Potete inviare i vostri racconti e le vostre immagini all'indirizzo e -mail sumavincenzo2009@libero.it




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