(Damiano Leo, l'immagine è tratta dal profilo facebook di Damiano Leo)
Ricevo da Damiano Leo e pubblico il racconto "Il panettiere". Buona lettura!
"Il panettiere"
Puntuale come un orologio svizzero Carmelo si
presentava alla fermata del pullman da ormai trent’anni circa. A tracolla la sua consunta sacca con dentro
la gamella per il pranzo. Quello che, amorevolmente, gli preparava sua moglie
Giovannina.
Si segnava
con il segno della croce. Salutava tutti e andava a sedersi in fondo, al suo
solito posto. Quasi sempre lasciato libero proprio per lui, che meritava
rispetto, non fosse altro che per la sua età, ma anche perché il panettiere,
questo il suo mestiere, si faceva ben volere da tutti. Mai uno screzio con
nessuno, una parola fuori posto. Carmelo era sicuramente un gran lavoratore:
serio, onesto, instancabile, un vero galantuomo.
Al forno,
dove si recava tutte le mattine, lo tenevano in gran considerazione. Eppure
quando c’era stato bisogno di licenziare il primo a cadere era stato proprio
lui. Nonostante avesse quattro figli da mantenere. Forse perché solo lui non
avrebbe opposto resistenza, buono ed educato com’era.
La grande
filiera, anche nel paese dove lavorava Carmelo, aveva dato scacco matto alle
piccole imprese. In tanti avevano chiuso. Al
forno dove lavorava dovevano ridurre l’organico, purtroppo. C’era posto
soltanto per titolare e familiari.
Carmelo
non volle farsene una ragione. Non poteva, proprio non poteva. Figli e moglie
improvvisamente senza il suo unico stipendio. Che fare? Come dirlo?
Gli mancò
il coraggio e non lo disse. Non lo disse mai. Seguitò per mesi ad alzarsi al
solito orario, prendere il solito pullman, la solita vecchia sacca con dentro
la gamella che Giovannina gli preparava per il pranzo. Rientrava all’ora di
sempre. Un bacio alla moglie e, di corsa, in bagno. A piangere. A battersi il
petto.
Prima o
poi succede a tutti di arrivare in ritardo, alla fermata del pullman. Una sera,
Carmelo, non rincasava, all’ora di sempre.
“Rientrerà
più tardi”, pensò la moglie. Per niente. Quella sera, Carmelo, non rientrò.
Non poteva rientrare.
Giovannina
lo apprese dal giornale-radio. Finalmente avevano catturato uno strano ladro.
Sei rapine messe a segno sempre con lo stesso bottino. Né una lira di meno, né
una lira di più. Ottocento mila lire: la paga di un operaio. La paga di
Carmelo, il panettiere.
Nessun commento:
Posta un commento