giovedì 30 luglio 2015

"Plastica": un libro scritto con l'anima


Rosangela Chirico: Plastica. Storia di Donato Chirico operaio petrolchimico
 
 
“Impossibile pensare a un libro migliore sul dramma legato ai veleni mortali dell’industria petrolchimica”
 
<<Soprasotto il cielo di Brindisi, nella mia terra di provincia ho disegnato col mio cuore il tempo umano. Ponendomi alla rovescia, ho proiettato contro il cielo immagini di fango e plastica, scarabocchiando i miei ricordi. Alla rovescia ho osservato le nuvole sopra le fabbriche. Nuvole cariche di pensieri in grembo al vento, prima di sciogliere le mie amarezze in una pioggia di sole. Alla rovescia ho scaraventato il silenzio dentro pozzi di gomma, subendone i colpi di rimbalzo. Più volte ho afferrato la mia vita, mentre vivevo stretta alla veste di Dio, per non essere inghiottita dal petrolio, anch’io>>.
 
Nella martoriata Terra di Brindisi, dove ogni giorno si continua a morire di cancro, “Plastica” (Kurumuny Editore), il romanzo – inchiesta di Rosangela Chirico, segna un punto di svolta nell’ambito della questione riguardante l’inquinamento ambientale, causato dai veleni dell’industria petrolchimica.  Rosangela Chirico ripercorre la vicenda di suo padre, un operaio petrolchimico della Montecatini di Brindisi. Dopo una lunga e sofferta malattia, causata dai veleni dell’industria, Donato si spegne il 28 novembre del 1996, a 57 anni.  Attraverso i ricordi l’autrice ricostruisce minuziosamente tutti i particolari della vicenda. E’ una storia intensa, un’esperienza di vita piena di pathos.
Plastica” è un libro che si legge tutto d’un fiato. È un romanzo che non ti lascia respirare, poiché, pagina dopo pagina, ti trascina in una storia che finisce per diventare la tua storia. La vicenda di  Donato Chirico, infatti, potrebbe essere la storia di tuo padre, di tuo fratello, del vicino di casa e del tuo amico.
 
<<All’interno di questo racconto SentiMentale, ho tracciato la storia di chi per amore si avventò alla vita, perdendola crudelmente. Ho scritto ponendomi contromano, nel verso contrario alla disumanità industriale. Per schivare gli urti provocati dal progresso distruttivo, contromano ho sciolto i nodi della dissacrazione umana, usata contro i padri operai. Uomini avvelenati dalle industrie petrolchimiche. Uomini zuppi di sudore amaro. Uomini perduti, in cerca dei loro sogni. Ponendomi in senso contrario, non ho perduto la mia umanità>>.
 
“Plastica” è un libro coraggioso, un’opera che va <<contromano>> poiché affronta a viso aperto un tema delicato e spinoso come quello dell’inquinamento ambientale.   Rosangela Chirico affronta con determinazione una problematica che dovrebbe interessare tutti, visto anche la percentuale altissima di morti per tumore che da anni dilania la nostra sfregiata Terra. Ma, al centro di “Plastica” non c’è soltanto la tragedia di un  padre operaio vittima del potere industriale. Il nucleo del libro è più vasto, ed  è costruito sul concetto di giustizia, quella giustizia che spesso viene pagata a caro prezzo. Una giustizia che molte volte è sorda nei confronti dei più deboli. La Chirico, animata da uno spirito combattivo e da un carattere deciso, dopo la morte del padre ha intrapreso una lunga e difficile battaglia per ricercare la verità. E’ stata un’impresa ardua.  Sul suo percorso ha trovato tanti ostacoli; la prassi burocratica che spesso insabbia i processi e le indagini giudiziarie, l’indifferenza e lo strapotere del colosso industriale. Ma nonostante questo Rosangela è andata avanti con determinazione. Con “Plastica” si abbatte quel muro di indifferenza e di silenzio che spesso si crea intorno all’inquinamento ambientale.
Plastica” è anche un atto d’amore nei confronti della vita e della giustizia. Attraverso la storia di Donato Chirico, Rosangela dà un volto, una voce a  quelle decine di operai che in questi anni sono morti a causa dei veleni dell’industria e che per molto tempo sono stati relegati nel dimenticatoio della memoria. Il libro ci fa conoscere da vicino la vita della fabbrica, le sue contraddizioni e i suoi lati oscuri. La fabbrica non come un luogo di lavoro bensì un ring dove si combatteva la battaglia tra la vita e la morte.
<<Era il 22 ottobre del 1964, quando mio padre Donato e mia mamma Maria si sposarono. Avvenne in terre oritane, in una piccola cappella dedicata a Maria Immacolata, all’interno del santuario dei Santi Medici Cosma e Damiano…  Entrambi, con grande impegno, riuscirono a mettere da parte i loro risparmi, con il sogno di acquistare una casa grande e confortevole. Desiderio che si attuò dopo qualche anno dal loro matrimonio… >>
 
Il romanzo di Rosangela Chirico ci presenta anche piccoli frammenti di vita familiare. Sono sfumature poetiche che ci aiutano a conoscere da vicino i sogni, le gioie, i sacrifici di una famiglia operaia del Sud Italia. Sono<< frammenti di vita quotidiana>> che impreziosiscono l’opera poiché avvicinano il lettore ad un mondo che può essere anche il suo “mondo”.  La storia di Donato Chirico è una vicenda che si apre alla speranza, quella speranza che si è spenta nel cuore dei tanti padri  operai morti a causa dei veleni industriali e che si riaccende nel cuore dei figli...

 
 
 
 
 
 

 

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