Rosangela Chirico: Plastica. Storia di Donato Chirico operaio petrolchimico
“Impossibile
pensare a un libro migliore sul dramma legato ai veleni mortali dell’industria
petrolchimica”
<<Soprasotto
il cielo di Brindisi, nella mia terra di provincia ho disegnato col mio cuore
il tempo umano. Ponendomi alla rovescia, ho proiettato contro il cielo immagini
di fango e plastica, scarabocchiando i miei ricordi. Alla rovescia ho osservato
le nuvole sopra le fabbriche. Nuvole cariche di pensieri in grembo al vento,
prima di sciogliere le mie amarezze in una pioggia di sole. Alla rovescia ho
scaraventato il silenzio dentro pozzi di gomma, subendone i colpi di rimbalzo.
Più volte ho afferrato la mia vita, mentre vivevo stretta alla veste di Dio,
per non essere inghiottita dal petrolio, anch’io>>.
Nella martoriata Terra
di Brindisi, dove ogni giorno si continua a morire di cancro, “Plastica” (Kurumuny Editore), il romanzo
– inchiesta di Rosangela Chirico, segna un punto di svolta nell’ambito della
questione riguardante l’inquinamento ambientale, causato dai veleni
dell’industria petrolchimica. Rosangela
Chirico ripercorre la vicenda di suo padre, un operaio petrolchimico della
Montecatini di Brindisi. Dopo una lunga e sofferta malattia, causata dai veleni
dell’industria, Donato si spegne il 28 novembre del 1996, a 57 anni. Attraverso i ricordi l’autrice ricostruisce
minuziosamente tutti i particolari della vicenda. E’ una storia intensa,
un’esperienza di vita piena di pathos.
“Plastica”
è un libro che si legge tutto d’un fiato. È un romanzo che non ti lascia
respirare, poiché, pagina dopo pagina, ti trascina in una storia che finisce
per diventare la tua storia. La
vicenda di Donato Chirico, infatti,
potrebbe essere la storia di tuo padre,
di tuo fratello, del vicino di casa e
del tuo amico.
<<All’interno
di questo racconto SentiMentale, ho tracciato la storia di chi per amore si
avventò alla vita, perdendola crudelmente. Ho scritto ponendomi contromano, nel
verso contrario alla disumanità industriale. Per schivare gli urti provocati
dal progresso distruttivo, contromano ho sciolto i nodi della dissacrazione
umana, usata contro i padri operai. Uomini avvelenati dalle industrie
petrolchimiche. Uomini zuppi di sudore amaro. Uomini perduti, in cerca dei loro
sogni. Ponendomi in senso contrario, non ho perduto la mia umanità>>.
“Plastica”
è un libro coraggioso, un’opera che va <<contromano>> poiché affronta a viso aperto un tema delicato e
spinoso come quello dell’inquinamento ambientale. Rosangela Chirico affronta con determinazione
una problematica che dovrebbe interessare tutti, visto anche la percentuale
altissima di morti per tumore che da anni dilania la nostra sfregiata Terra. Ma,
al centro di “Plastica” non c’è
soltanto la tragedia di un padre operaio
vittima del potere industriale. Il nucleo del libro è più vasto, ed è costruito sul concetto di giustizia, quella
giustizia che spesso viene pagata a caro prezzo. Una giustizia che molte volte
è sorda nei confronti dei più deboli. La Chirico, animata da uno spirito
combattivo e da un carattere deciso, dopo la morte del padre ha intrapreso una
lunga e difficile battaglia per ricercare la verità. E’ stata un’impresa
ardua. Sul suo percorso ha trovato tanti
ostacoli; la prassi burocratica che spesso insabbia i processi e le indagini
giudiziarie, l’indifferenza e lo strapotere del colosso industriale. Ma nonostante
questo Rosangela è andata avanti con determinazione. Con “Plastica” si abbatte quel muro di indifferenza e di silenzio che
spesso si crea intorno all’inquinamento ambientale.
“Plastica” è anche un atto d’amore nei confronti della vita e della
giustizia. Attraverso la storia di Donato Chirico, Rosangela dà un volto, una
voce a quelle decine di operai che in
questi anni sono morti a causa dei veleni dell’industria e che per molto tempo sono
stati relegati nel dimenticatoio della memoria. Il libro ci fa conoscere da
vicino la vita della fabbrica, le sue contraddizioni e i suoi lati oscuri. La
fabbrica non come un luogo di lavoro bensì un ring dove si combatteva la
battaglia tra la vita e la morte.
<<Era il 22 ottobre del 1964, quando mio padre
Donato e mia mamma Maria si sposarono. Avvenne in terre oritane, in una piccola
cappella dedicata a Maria Immacolata, all’interno del santuario dei Santi
Medici Cosma e Damiano… Entrambi, con
grande impegno, riuscirono a mettere da parte i loro risparmi, con il sogno di
acquistare una casa grande e confortevole. Desiderio che si attuò dopo qualche
anno dal loro matrimonio… >>
Il romanzo di Rosangela
Chirico ci presenta anche piccoli frammenti di vita familiare. Sono sfumature
poetiche che ci aiutano a conoscere da vicino i sogni, le gioie, i sacrifici di
una famiglia operaia del Sud Italia. Sono<< frammenti di vita quotidiana>>
che impreziosiscono l’opera poiché avvicinano il lettore ad un mondo che può
essere anche il suo “mondo”. La storia
di Donato Chirico è una vicenda che si apre alla speranza, quella speranza che
si è spenta nel cuore dei tanti padri operai morti a causa dei veleni industriali e
che si riaccende nel cuore dei figli...