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(Bar di Cordiano, foto coll. privata famiglia Suma)
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Nella
memoria collettiva di una città ci sono luoghi, persone ed eventi che rimangono
vivi per sempre nel cuore delle persone. Con il passare del tempo questi
frammenti di storia finiscono per diventare dei veri e propri “miti”. L’amarcord di oggi riguarda una vicenda
che è entrata a far parte del “mito
cittadino”. Si tratta della storia di un bar e del suo gestore Cordiano
Suma.
Il
bar di Cordiano, per i cegliesi “U bar di
Curdiane”, è legato ad un periodo storico importante sia dal punto di vista
sociale che economico della nostra città, quando via San Rocco, piazza
Sant’Antonio e corso Garibaldi erano un luogo di incontro e di socializzazione
per migliaia di giovani.
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(Via San Rocco, fototeca Antonio Spalluti) |
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(Piazza Sant'Antonio, fototeca Antonio Spalluti)
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Ancora oggi il ricordo di Cordiano e del suo bar è
vivo nella memoria del popolo cegliese. Tutti rammentano il carattere di
Gordiano sempre pronto alla battuta ma, anche la serietà e l’austerità che contraddistinguevano
il suo bar.
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(Bar di Cordiano, foto coll. privata famiglia Suma)
La
storia del bar inizia nel 1959 quando Cordiano, dopo aver svolto il servizio di
leva nella Polizia di Stato, apre una birreria in via San Rocco n. 12.
Successivamente Cordiano decide di trasformare la birreria in un bar e consegue
così la licenza idonea per la vendita e la somministrazione di bevande
alcoliche. Negli anni ’60 i permessi legati alla vendita delle bevande
alcoliche venivano rilasciati dalla Questura e per poter avere la licenza
bisognava essere incensurati e avere una buona reputazione. Infatti, prima di
rilasciare il permesso, la Questura effettuava delle indagini prendendo
informazioni dalla stazione locale dei Carabinieri.
All’inizio
il bar si chiamava “Arlecchin bar” ed
era costituito da più ambienti: la sala con il bancone, un piccolo laboratorio
per la gelateria, una sala giochi e una stanza adibita a posto telefonico pubblico della SIP. Succesivamente, con la nascita del figlio Patrizio, il
bar si chiamerà “Patrick Bar” ma, in
ogni caso fino al 1989 anno della cessione della licenza ad altri gestori, il
bar sarà ricordato come il bar di Gordiano.
La vera anima del bar era la signora Vita
Barletta, moglie di Cordiano e nipote di Ticch
di Magghione. La signora Vita oltre
a gestire il bar e a preparare il rinomato e indimenticabile gelato, in
prossimità delle feste preparava anche i dolci: torte con pan di spagna, u piatt dosce come si diceva allora, i
biscotti cegliesi (le piscuettele), i
bignè, le piddichedd e le zeppole a seconda dei periodi.
(La signora Vita Barletta e Cordiano Suma, foto coll. privata famiglia Suma)
Negli anni ’60 e ’70 quando si doveva fare un
regalo importante ci si recava nei bar per acquistare cassette di liquori
pregiati, panettoni di marca etc. Al bar si rivolgevano anche le famiglie che
dovevano organizzare feste di matrimonio, cresime e comunioni. Alcuni bar,
inoltre, offrivano anche il servizio completo costituito da panini ripieni,
bevande, dolci, spumoni e torta nuziale. Quando la festa si svolgeva nei locali
presi in affitto o in campagna, si portavano le sedie e i tavolini e, se il
locale era sprovvisto di corrente elettrica si utilizzavano i tini pieni di
ghiaccio per mantenere fredde le bevande e gli spumoni. I rosoli, quello rosso
e quello giallo, erano offerti in bicchierini di acciaio pesantissimi. Gli
spumoni, invece, venivano divisi in quattro e poi serviti su un piattino di
acciaio.
Il bar di Cordiano era noto anche per le
postazioni del telefono pubblico della SIP. Negli anni ’60 e ’70, il telefono
non era presente in tutte le case e coloro che dovevano telefonare all'estero
si servivano del centralino. Chi aveva un parente all’estero o un figlio al
servizio di leva si serviva del telefono pubblico collocato nel bar di Cordiano
per comunicare.
La storia del “Bar di Cordiano” riflette l’immagine di un passato importante che
ci appartiene e a cui siamo legati, un tassello importante della storia recente
di Ceglie Messapica.
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Ricordo con piacere l'amico Gordiano (curdiàn') ... quelle serate passate in compagnia degli amici per una partita a carte o a biliardo, di quelle tanto attese telefonate che poi non arrivavano mai, e, quelle volte che arrivavano con la teleselezione non si capiva quasi niente, il caro Gordiano era l'amico di tutti, ricordo l'ultima volta che lo incontrai come se fosse ieri in piazza S. Antonio, erano anni che mancavo da Ceglie, il suo bar era gestito da un altro mio amico, e, la cosa che mi colpì fu quella che lui si ricordò di me dopo tanti anni, in effetti fu lui che mi chiamò, ed io con piacevole sorpresa risposi al suo cordiale saluto, stemmo li a chiacchierare come due fratelli che si erano persi di vista da chissà quanto tempo con le solite domande a volte banali e a volte piacevoli, un incontro che ricordo ancora oggi attimo per attimo da conservare nell'animo come una cosa preziosa che ti lascia un amico, quella fu l'ultima volta, la volta successiva seppi che lui non c'era più, la cosa mi colpì come penso lo sia stato per tutti quelli che lo conobbero in vita, ancora oggi se mi devo dare un appuntamento con qualcuno di Ceglie viene spontaneo dire che ci incontriamo "o bàr' di Curdiàn' " ... non ci si può sbagliare il posto è sempre lì... in via San Rocco sòbb'a sant'Antogn'....
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