(Piazza Sant'Antonio, foto Antonio Spalluti) |
Negli anni ’60 e ’70 Piazza Sant’Antonio e via San Rocco rappresentano
quello che oggi si direbbe un indotto commerciale. Le numerose attività
commerciali presenti in quel periodo costituiscono il fiore all’occhiello della
città. Sono gli anni del cosiddetto boom economico, un periodo segnato dalla
crescita economica e dallo sviluppo tecnologico. Molti cegliesi in quegli anni
vengono assunti alla Montecatini di Brindisi e all’Italsider di Taranto. Un
operaio all’epoca guadagnava circa 300.000 lire al mese e l’affitto di un
dignitoso appartamento costava pressappoco 30.000. La sicurezza economica
legata ad uno stipendio fisso trasformò completamente lo stile di vita delle
famiglie italiane. Nelle case compaiono i primi frigoriferi e le
prime lavatrici (gran parte degli elettrodomestici vengono prodotti dalle imprese italiane). Le strade delle città si riempiono di
automobili. E’ un periodo florido e si vive di certezze. Nello stesso tempo,
però, in questi anni di crescita economica aumenta il divario tra Nord e Sud.
Infatti, proprio in questo periodo si ha un aumento del flusso migratorio verso
le città del Nord. Molti cegliesi lasciano la propria terra per andare a trovare
lavoro in Germania, in Svizzera, a Milano, Torino etc.
Tuttavia, negli anni 60’ e 70’ tra Piazza Sant’Antonio e via
San Rocco sono attivi numerosi negozi commerciali. Su Piazza Sant’Antonio si
trovavano le seguenti attività: l’Ufficio del Dazio e quello del Collocamento;
il bar Sant’Antonio, i negozi di generi alimentari di Angiulicchje a spagnole (Argentiero
Angela) e di Narine di Marchitiedde agli inizi di via Muri; il fruttivendolo
Silibello, l’edicola Stoppa e la benzina di Pietre
di mazzocchele (Pietro Carlucci). Su Piazza Sant’Antonio si svolgeva anche
la cosiddetta befana del vigile. Si allestiva una postazione e la gente portava
doni di ogni genere, in modo particolare prodotti alimentari. Nata
per raccogliere generi alimentari e doni da distribuire ai bisognosi, ma anche
come riconoscimento dell'impegno dei vigili al servizio della città, la Befana
del vigile rappresentava una tradizione diffusa in molti grandi Comandi.
Consisteva nel donare al vigile in
pedana, un regalo, un pensiero, secondo le proprie disponibilità.
Interrotta negli anni ’70, attualmente la befana del vigile è stata
ripristinata in alcuni comuni Italiani.
(Via San Rocco, Foto Antonio Spalluti) |
Su via San Rocco, invece, le attività commerciali erano le
seguenti: il bar di Cordiano, il tabacchino di Spalluti, lo studio del dentista
Greco, i barbieri Casalino e Nacci, la sartoria del maestro Erminio Vitale; il
negozio di scarpe di Luciette a piche
(Leporale Lucia), la merceria di Tuccia
di passiatore (Argentiero Vita) e il negozio di elettrodomestici di Caroli;
lo studio del fotografo Lerna, la ferramenta di Rocco Gallone, la farmacia di
Perrino, il negozio di tessuti di Giovanni Iannizzotto vicino alla Banca
popolare; la maglieria di Anna Annese, il negozio di elettrodomestici di Tonino
Gioia, la salumeria di Cicce Pandane
(Mita) e quella di Pietro di Silviestre e
a puteje du
demonie (Biondi).
In quegli anni la gente comprava di tutto. Gli
elettrodomestici e gli altri beni di consumo si acquistavano sul posto dal negoziante di fiducia, il denaro
(la lira) circolava e si creava benessere e lavoro. C’era la sicurezza data dal
posto fisso. In quel periodo, inoltre, Ceglie conosce una trasformazione urbanistica
notevole. Molti suoli incolti, come la zona Moretto, vengono edificati e il volto della città assume una nuova fisionomia.