Il passato è una cosa che una volta persa completamente non si ritrova più. L'uomo con i propri sforzi costruisce parzialmente il suo avvenire, ma non può fabbricarsi un passato. Può solo conservarlo. La perdita del passato equivale alla perdita del soprannaturale (S. Weil) Per condividere i vostri "amarcord" potete inviare i testi e le foto al seguente indirizzo e - mail: amarcordceglie@libero.it
martedì 28 giugno 2016
lunedì 27 giugno 2016
Antonio Conserva: "Ultima Pasqua"
mercoledì 22 giugno 2016
Damiano Leo: "A Tolone"
(Damiano Leo, l'immagine è tratta dal profilo facebook di Damiano Leo)
Ricevo da Damiano Leo e pubblico il racconto "A Tolone". Buona lettura!
“Vieni
in Marina e girerai il mondo”, era questo, in quegli anni, lo slogan
pubblicitario per chi voleva arruolarsi. Per me che lo feci, cominciava da
subito a diventare realtà.
Il
mio vecchio cacciatorpediniere levò le ancore alla volta di Tolone, in Francia.
Le promesse cominciavano a realizzarsi e sia io, che i miei giovani
commilitoni, gioivamo di una gioia nuova. Non a tutti era data l’opportunità di
conoscere porti ed abitudini stranieri. Udire, dalla viva voce, lingue diverse
dall’italiano o dal vernacolo. I giovani dall’ora parlavano poco e male la
lingua nazionale. Per le strade imperavano i vari dialetti e pochi arrivavano
ad un grado scolastico dove poter studiare altre lingue.
L’allegra
combriccola di giovani marinai aveva solo me avanti negli studi. Oltre alle
medie, dove avevo appreso i primi rudimenti di francese, avevo frequentato
anche il primo scientifico. Altro francese. Potevo ben dirmi capace di
intavolare un qualche discorso, all’occorrenza. Le quattro o cinque casacche bianche,
con il classico solino blu, potevano ritenersi fortunate. Nessuno dei marinai
con i quali sbarcai a Tolone, aveva superato le elementari. Niente lingue
straniere. Ero io il loro interprete ufficiale.
L’agio,
una paghetta suppletiva per quando si era all’estero, doveva bastarci per tutta
la sosta francese. Pochi franchi. Comunque non volevamo ripartire senza aver
assistito, almeno una volta nella nostra vita, ad uno spettacolo di Can-can
francese.
Per
la prima libera uscita decidemmo di non visitare alcun ristorante. Non dovevamo
e non potevamo sederci comodamente per cenare. Ma qualcosa dovevamo pur mettere
nello stomaco. In qualche modo dovevamo pur prenderlo in giro, lo stomaco.
Per
alzata di mano si decise di acquistare panini dal forno ed affettati da una
salumeria. L’unione delle due cose, ci avrebbe fatto risparmiare. Sì, ma, come
far capire alla salumiera cosa doveva affettarci? Toccava a me risolvere la
questione. Il francese, più o meno, sapevo parlarlo solo io. Il meno lo nascosi
nel mio io, il più lo sbandierai ai miei amici. Panini celati in una busta di
plastica, affrontammo la prima Alimentaire.
L’enorme scritta sulla porta d’ingresso non destava dubbi: lì avremmo trovato
tutto il necesser per riempire i
nostri sfilatini.
Nello
stesso istante in cui toccava a noi, il mio francese cadde come in un baratro.
Perdevo inesorabilmente tutta la mia sicurezza. Non potevo, però, tirarmi
indietro. Toccava a me spiegare cosa volevamo. E mi buttai a capo fitto.
«Nu vulon en pè d’affettè pur le notre
pen». La signora dietro al bancone mi
guardava perplessa. Io, imperterrito, continuavo. «Nu le pen ce l’aviom già. Da chi vulom sulamend en pe d’affitton,
salame, prosciut e mortadellà». La
proprietaria della salumeria cercava di interrompermi. Supplicava con gli occhi
i miei amici di farmi tacere. Ma io dovevo farmi capire. Solo io potevo parlare
francese, con la signora e continuai a farlo, cosciente, però, di stare a
italianizzare un pessimo francese. «Affitton,
nu volom sole affitton – continuavo caparbiamente – le pen no, nu già l’aviom, vulom sol en pe de martadellà, salame e prosciut».
La
commessa parve improvvisamente appagata. Certamente aveva compreso il mio
francese. S’allungò verso di noi, restando dietro al bancone e, in perfetto
italiano, scandì: «Ditemi esattamente cosa volete, bei marinai».
Uno
degli amici glielo disse in perfetto siciliano e quella capì subito.
Ci
salutò con una manina. Con l’altra indicò un grosso cartello posto in vetrina.
Lo leggemmo: “SI PARLA ITALIANO”. Lo avessimo letto entrando, non avrei
sciorinato tutto il mio orribile francese.
mercoledì 15 giugno 2016
"Tesori di carta": Bottega della cartapesta del maestro Piero Balsamo (Ceglie Messapica, Chiesa San Demetrio 5 - 18 giugno)
(Ceglie Messapica, Chiesa di San Demetrio, Tesori di carta del maestro Piero Balsamo, foto V. suma) |
Tesori di carta: Bottega della cartapesta del maestro Piero Balsamo, Ceglie Messapica chiesa di San Demetrio 5 - 18 giugno 2016.
(Ceglie Messapica Chiesa San Demetrio, il maestro Piero Balsamo, foto V. Suma) |
(Natività, opera realizzata dal maestro Piero Balsamo, foto V. Suma) |
(Bambinello "Rex Mundi", opera realizzata dal maestro Piero Balsamo, foto V. Suma)
(Bambinello "Rex Mundi", opera realizzata dal maestro Piero Balsamo, foto V. Suma)
Tesori di carta, Bottega della Cartapesta, di Piero Balsamo, via San Salvatore 17, 72021 Francavilla Fontana (Br)
tesori.cartapesta@gmail.com - www.tesoridicarta.it
martedì 14 giugno 2016
S. Antonio: Il rientro della statua (evento raro e suggestivo)
lunedì 13 giugno 2016
Ceglie Messapica,festa di S. Antonio di Padova: "Santa Messa presieduta dal vescovo Vincenzo Pisanello"
venerdì 10 giugno 2016
Damiano Leo: "Bello di mamma"
(Damiano Leo, l'immagine è tratta dal profilo facebook di Damiano Leo)
Ricevo da Damiano Leo e pubblico il racconto "Bello di mamma". Buona lettura!
"Bello di mamma"
Le
avevano assicurato che entro un mese dall’accorata richiesta, nella sua casa di
campagna, si sarebbe accesa una nuova luce. Finalmente,
per Giovannina, si sarebbe avverato il sogno della vita. Già immaginava come
sarebbe stato l’angioletto che desiderava da sempre, da prima ancora di
prendere in sposo il suo Carmelo.
Suo
marito, forse perché duro di comprendonio, non si era preoccupato più di tanto.
“Tutti, prima o poi, riceviamo qualcosa di grande” – pensava fra sé e sé e
continuava – “ non per questo dobbiamo fare il diavolo in quattro”.
Sua
moglie, invece, il diavolo in quattro lo fece e come. Avuta la buona novella
cominciò a curarsi mani, piedi e capelli come non aveva fatto mai. Conosceva
donne che con le unghie lunghe avevano procurate bruttissime. Anche lei avrebbe
portato in giro il suo amoretto. Non poteva, quindi, mostrarsi trasandata.
Dovevano ben figurare, lei e il suo batuffolo.
L’attesa
diventava sempre più estenuante. Come quella dei tartari. Sempre più
spasmodica, incresciosa, travolgente. Carmelo proprio non capiva. Di certo
importante lo era, l’atteso, ma tutto ha un limite.
Sua
moglie non ragionava proprio come lui. L’attesa pesava e i giorni non passavano
mai. Nonostante le mille cose da fare. Chi sta per venire va accolto con tutti
i sacri crismi. Non potevano – secondo Giovannina – farsi trovare impreparati.
Bisognava muoversi, andare, venire, tornare, riandare, fare, disfare,
tinteggiare quello che era da tinteggiare, lavare, stirare, cucire,
sterilizzare. Certe cose le capiscono solo le donne. E Giovannina era una donna
e per giunta molto sensibile. Questo, in verità, il marito glielo aveva sempre
riconosciuto e la lasciava fare.
Ora
stava lavorando all’uncinetto. Qualcosa di caldo avrebbe sicuramente fatto comodo,
all’occorrenza. Il suo pupillo che stava per arrivare – mancavano forse poche
ore – non lo avrebbe mai e poi lasciato al freddo.
Nella
stanza riservata al grande atteso, non mancava proprio niente: letto, sofà,
giocattoli, un grande cesto misteriosamente rivestito di spugna e sistemato
nell’angolo più caldo e tante altre diavolerie di cui, sinceramente, neanche
Giovannina conosceva l’utilità.
La
donna aveva rifatto le tende color arcobaleno. L’uomo ritinteggiato le pareti.
Sua moglie ci teneva proprio tanto. Al diavoletto che stava per arrivare
sicuramente sarebbero piaciute.
Le
avevano detto un mese, non più di un mese. Ma ancora non succedeva nulla. Più
volte le era capitato di vedere da lontano qualche impiegato comunale, ma
sempre avevano svoltato senza proferirle parole.
Doveva
ancora pazientare. Certe situazioni si accomodano col tempo. Forse poteva
ancora rivedere alcune cosucce, nella cameretta del grande atteso.
Risistemò
il cesto con un morbido asciugamano. Spazzò, lavò, stirò. Dotò la stanza di un
radiolone coloratissimo. Lo accese svogliatamente mentre continuava a
spolverare. Una notizia le dette buon umore: l’affido diventava meno
burocratico. Chissà se la cosa le sarebbe mai tornata utile.
Qualcuno
suonò alla porta. Si precipitò. Il grande giorno era arrivato. Le allungarono
l’atteso, finalmente: un microscopico cucciolo di cane che le pisciò in grembo.
«Bello
di mamma!» esclamò raggiante.
mercoledì 8 giugno 2016
Il 20° anniversario del Distretto Lions 108 Ab - Puglia
Ricevo e pubblico con piacere
Il
ventennale del Distretto Lions 108 Ab - Puglia si celebra sabato prossimo
presso il Castello Imperiali di Francavilla Fontana con inizio alle ore 18:30.
Il programma dell'evento comprende una visita guidata di Castello Imperiali, un
concerto dell'Ensemble Chitartarentum e momenti di discussione e riflessione
sull'attività dei club del distretto in particolare e dell'associazionismo in
generale.
Clubs partecipanti: Brindisi, presidente Rita Saracino; Mesagne, presidente
Pasquale Balice; Francavilla Fontana, presidente Giuseppe Agnusdei; Ceglie
Messapica Alto Salento, presidente Massimo Gianfreda; Ostuni Città Bianca,
presidente Antonio Calamo. Parteciperanno, inoltre, i Leo di Francavilla F.na e
Mesagne.
Interverranno:
- Dino
Solazzo, presidente di Zona
- Lucio
Romano, presidente 3^ Circoscrizione
- Alessandro Mastrorilli,
governatore
lunedì 6 giugno 2016
domenica 5 giugno 2016
Ceglie Messapica anni '70: "I tornei di calcio di Don Guanella"
giovedì 2 giugno 2016
Ceglie Messapica:"Piazza Plebiscito" (1980)
(Ceglie Messapica, Piazza Plebiscito anno 1980, foto Antonio Spalluti) |
"La piazza italiana…è da sempre il centro dell’intelligenza della comunità. Ci vediamo in piazza, andiamo in piazza, scendiamo in piazza…proprio nella piazza affluiscono pensieri ed incontri, affari e promesse".
(Andrea Emiliani, storico dell'arte)
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