(Specchia Capece, l'immagine è tratta dal volume " Messapica Ceglie", AA. VV., Ceglie Messapica 1998, fig. 49, p. 56)
Con l’Amarcord di
oggi iniziamo un percorso che ci porterà a scoprire (o riscoprire) i tesori archeologici
presenti nel nostro territorio. A partire da questo mese, attraverso una serie di
post dedicati all’archeologia, l’archeologo Gianfranco Antico ci presenterà le specchie.
Le specchie
di Gianfranco Antico
Sulla funzione delle specchie sono sorte varie teorie
già dal Cinquecento. Il Galateo, basandosi su un criterio di analogia con i
tumuli funerari descritti nelle fonti classiche, scorgeva nelle specchie dei monumenti sepolcrali. Fu
però il Marciano il primo ad identificare le specchie con antiche costruzioni erette a scopo di vedetta
militare. Il suo studio si basò soprattutto su un criterio etimologico, secondo
il quale la parola specchia
deriverebbe dal latino specula o speculor, con il significato di
osservatorio o vedetta. Nella tradizione popolare locale, invece, il termine specchia serve ad indicare un comune
mucchio di pietre irregolari, dislocate in modo da formare una pseudopiramide,
le cui dimensioni dipendono dalle operazioni di spietramento dei terreni
circostanti. In realtà, le specchie,
nel senso antico del termine, pur apparendo oggi sconvolte nel loro aspetto
originario, avevano una tecnica costruttiva ben precisa. Esse potevano essere
composte da più ripiani concentrici, il cui raggio diminuiva progressivamente
in prossimità della sommità. Ai vari livelli, resi solidi da spesse cortine
esterne formate da pietre più grandi, si accedeva grazie ad un sistema di
scalette o di rampe. In mancanza di una ricerca archeologica più puntuale, il
fenomeno delle specchie va inquadrato
in uno studio di carattere topografico atto a definire la posizione di questi
monumenti litici in relazione ai centri abitati, al sistema viario e alle
trasformazioni del territorio circostante. Attraverso una ricerca mirata a definire gli elementi
costituenti il sistema difensivo di Ceglie è possibile individuare almeno 23 specchie, includendo in questo numero
non solo quelle ancora parzialmente conservate, ma anche quelle scomparse o
note attraverso le fonti bibliografiche e documentarie.
Specchia Capece
Sorge a 199 metri s.l.m. in un denso uliveto al
confine tra Ceglie e Francavilla Fontana. È in comunicazione visuale con Specchia Castelluzzo, dalla quale dista
km. 1,350 in direzione ovest. Nelle vicinanze sono in parte ancora visibili i
resti appartenenti, secondo il Teofilato, ad una specchia minore, fornita di una porticina per l’accesso ad un
ambiente interno coperto da una cupoletta di lastre di pietra locale. La pianta
della specchia è approssimativamente subcircolare. Il perimetro totale è di m.
116 e l’altezza complessiva di m. 7, 50. Sul fianco nord-ovest si notano tre
cortine verticali, site ad altezze crescenti: la prima, poggiante sul piano di
campagna è alta circa m. 1,10, la seconda è alta m. 1, 75, la terza ed ultima è
alta circa m. 2, 50. Tutte le cortine hanno un profilo verticale leggermente
inclinato verso l’interno, in funzione di sostegno della massa di pietre.
Sempre sul lato nord-ovest, che risulta quindi quello meglio conservato, si
nota una scaletta in sei gradini incassata perpendicolarmente nella seconda
cortina verticale; poco più a sud ne è presente un’altra più lunga composta da
otto o nove gradini. Sul fianco opposto, la specchia
è recinta da un’ampia cortina di base, sorgente direttamente dal piano di
campagna, nella quale è incassata una scaletta di cinque gradini che porta
sopra un ripiano largo quasi dieci metri dalla cortina che lo delimita a quella
del ripiano successivo. Questo ampio pianoro, oltre ad essere composto da
pietrame minuto, è ricolmo di terra di riporto, tanto che il piano di calpestio
si presenta verde erboso accogliendo circa dieci alberi di ulivo. Dalla sommità
è possibile osservare i centri abitati di Ceglie e di Oria che da questo punto
sembrano quasi equidistanti. Specchia
Capace è eretta direttamente sul circuito murario che proveniente da ovest,
prosegue ad est verso la Specchia Madonna
della Grotta.
E’ vietata la riproduzione totale o parziale dei
contenuti di questo articolo
Bibliografia
I. CONTE, L’impianto
difensivo, in Messapica Ceglie,
Ceglie Messapica 1998, pp. 54-62.
G. MARCIANO, Descrittione, origini e successi della
provincia di Terra d’Otranto, Napoli 1855.
G. NEGLIA, Il
fenomeno delle cinte di “specchie” nella penisola salentina, Bari 1970.
C. TEOFILATO, Specchia
Miano, centro di civiltà primitiva nella Messapia, in Il Salento, vol. III, Lecce 1929.
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